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scisma d'oriente


SCISMA D'ORIENTE

Rottura definitiva tra la Chiesa di Roma e quella di Costantinopoli, causata dalla crescente separazione politica e culturale tra oriente e occidente cristiano a partire dal IV secolo. Saliti al soglio patriarcale di Costantinopoli Michele Cerulario (1043) e a quello pontificio Leone IX (1049), le divergenze investirono quasi subito il terreno dogmatico e liturgico, sul quale entrambe le parti non erano disposte a venire a patti. Si trattava di vecchie questioni che avevano già diviso gli animi ai tempi di Fozio (IX secolo): la dottrina occidentale della duplice processione dello Spirito santo, il digiuno romano del sabato e il divieto del matrimonio dei preti, l'uso del pane lievitato o di quello azzimo. La situazione precipitò con l'arrivo a Costantinopoli della legazione papale guidata dal cardinale Umbero di Silvacandida che, il 16 luglio 1054, consegnò la bolla di scomunica per il patriarca. Michele rifiutò di sottomettersi e convocò un concilio di capi della Chiesa orientale (da allora proclamatasi ortodossa) che scomunicarono i legati pontifici. Quattro secoli dopo l'imperatore bizantino Giovanni VIII, avendo bisogno di aiuto contro i turchi, accettò l'unione con Roma al concilio di Firenze nel 1439, ma questa decisione incontrò un'accanita resistenza del popolo e del clero bizantino e le chiese rimasero divise.